Massimo Bignardi
La serie di stampe fotografiche montate su alluminio Dibond, dal titolo Naturalmente sguardiavviata negli ultimi cinque anni, in pratica dal 2011, si afferma proprio come processo di una consapevole e raggiunta astrazione, ove ai motivi di un segno che circolarmente si chiude su se stesso, fa riscontro una prefigurazione immaginifica di un “occhio” della natura – nella sua molteplicità di varianti – che vede, osserva, o meglio dal quale l’artista si sente osservato. Sono sguardi “trasversali” fra loroche s’incrociano su traiettorie dettate dall’emotività contenuta in una frazione minima di tempo, fino a quando la riflessione carpisce la realtà, il realismo proprio di queste immagini. Esse, altresì, dichiarano l’attenzione ai processi dell’osservare, cioè alla capacità che l’occhio ha di rivelare gli “sguardi” che la natura rivolge al mondo dell’esistenza, consentendoci di entrare nei processi dei cambiamenti, delle metamorfosi. Ambrosino, partendo dal piano della pittura – perché le opere che danno vita al ciclo Naturalmente sguardi, sono in fondo concepite come pittura densamente colorata – sembra aver fatto suo il pensiero di Ferdinando Scianna in merito al processo e ai gesti che compie il fotografo con i quali «sceglie un pezzo di mondo, un pezzo di esperienza e decide in quale istante registrarne la traccia». Una scelta fondata sull’assunto che «i processi cerebrali che hanno a che fare con le immagini sono determinanti per lo sviluppo della coscienza e dell’identità stessa.»